
Cosa sono i sogni?
Con il termine sogno si intende una particolare attività mentale che ha luogo durante il sonno. Più precisamente, si tratta di un fenomeno psichico legato alla fase REM (Rapid Eye Movement) del sonno, fase durante la quale il tracciato elettroencefalografico registra un’attività cerebrale paragonabile a quella di veglia, e caratterizzato dalla percezione di immagini, suoni, emozioni e pensieri che il soggetto sognante riconosce come reali, benché non lo siano. Talvolta i sogni hanno una struttura narrativa nitida e coerente, in altri casi, invece, sono costituiti da un confuso accostamento di sensazioni e pensieri non legati logicamente tra loro.
La storia insegna..
Sin dall’antichità sono stati in molti ad occuparsi dello studio dei sogni e della loro comprensione, ma al di là delle poche informazioni di carattere scientifico indicate poco sopra, le quali sono ormai accertate, non si trova in letteratura una definizione univoca del sogno. Tuttora, non solo non esiste una vera e propria definizione biologica di questo fenomeno che sia universalmente condivisa, ma non si conosce neppure ancora quali siano le precise aree del cervello nelle quali i sogni hanno origine.

Perché sogniamo? Quale funzione hanno i sogni?
In risposta a queste domande sono state elaborate numerose e differenti teorie, ma nessuna di essere risulta essere condivisa dagli studiosi pienamente ed universalmente. Secondo alcune di queste teorie i sogni non hanno nessuna reale funzione, mentre secondo altre il sognare, così come il dormire, produce importanti effetti benefici sullo stato emotivo e fisico del soggetto sognante.
Freud e i suoi studi sul sogno
Sigmund Freud, padre di quella branca della psicologia detta psicoanalisi, affronta lo studio dei sogni proprio con approccio psicoanalitico. Il neurologo e psicoanalista austriaco sostiene che i sogni non sono altro che una rappresentazione di desideri e pensieri inconsci. Secondo la visione freudiana della personalità, infatti, le persone sono guidate da istinti aggressivi e sessuali, i quali vengono repressi dalla consapevolezza cosciente ma trovano via d’uscita ed espressione nei sogni. Ecco la ragione per cui lo studioso definisce i sogni come “adempimenti camuffati di desideri repressi”. Benché sia convinto che per la comprensione profonda di ciascun sogno sia necessario uno studio accurato ed approfondito anche sulla vita e sulle esperienze del soggetto sognante, Freud sostiene che in tutti i sogni sia possibile rintracciare un significato manifesto ed un significato latente. Il contenuto manifesto è costituito dalla storia e dagli elementi del sogno di cui, talvolta, il sognatore si ricorda al suo risveglio. Il contenuto latente, invece, racchiude il significato profondo del sogno. Questo contenuto, essendo mascherato da simbolismi, spesso anche complessi, necessita di essere interpretato.
La “Teoria di attivazione di sintesi” di Hobson e McCarley
Nel 1976 J. Allan Hobson e Robert McCarley, rispettivamente neuropsichiatra e psichiatra, elaborano una particolare e innovativa teoria, definita “Teoria di attivazione di sintesi”. Secondo questi due studiosi, durante la fase REM del sonno si attivano quelle aree del cervello coinvolte nelle sensazioni, nelle emozioni e nei ricordi. Il cervello sintetizza questa attività interna e cerca di dare un significato ai segnali generati. Hobson e McCarley sostengono che proprio da qui nascono i sogni, che, quindi, non sarebbero altro che personali interpretazioni di segnali prodotti dal nostro cervello.
La “Teoria contemporanea del sogno” di Ernest Hartmann
Il dottor Ernest Hartmann, a lungo direttore dello Sleep Disorder Centre presso il Newton Wellesley Hospital di Boston, parte dal presupposto che il cervello crea e disfa continuamente connessioni neuronali. Mentre alcune di queste connessioni, particolarmente forti, consentono di compiere attività precise e focalizzate, come leggere, scrivere, svolgere operazioni matematiche o studiare, altre sono decisamente più allentate e diradate, generando stati mentali più approssimativi e immaginativi.
Lo studioso afferma che il sogno è l’attività mentale caratterizzata dalle connessioni più labili, e, secondo questa visione, una possibile funzione dei sogni, benché non ancora dimostrata, sarebbe quella di elaborare nuovo materiale nella memoria cerebrale, in modo da ridurre l’eccitazione emotiva e da attenuare traumi e stati di stress psicologico nell’individuo.
Il pensiero di Deirdre Barret
A proposito dei sogni e della loro funzione, la psicologa Deirdre Barret, insegnante presso la Harvard Medical School, elabora una teoria ancora diversa, secondo la quale i sogni sarebbero uno strumento di cui l’uomo si serve per risolvere i problemi che lo affliggono durante le ore di veglia. Nell’ottica proposta dalla Barret, dunque, il sognare rappresenterebbe un’attività cerebrale non dissimile da quella del pensare. La ricercatrice, inoltre, è convinta che i sogni siano il frutto di una lunghissima storia evolutiva.
I “sogni lucidi”: Van Eeden e LaBerge
Lo psichiatra e scrittore olandese Frederik Van Eeden, nell’ambito degli studi sui sogni, a cui si dedica con grande impegno, rivolge una particolare attenzione ai cosiddetti “sogni lucidi”. Con questa espressione da lui coniata Van Eeden si riferisce a quella tipologia di sogni in cui il sognatore, che egli definisce onironauta, prende coscienza del fatto di sognare e si rende conto di possedere due corpi, il corpo fisico, che è addormentato, e il corpo nel sogno, che invece è attivo.
Un altro scienziato che si dedica allo studio del sogno cosciente è Stephen LaBerge. Laureato in psicofisiologia, LaBerge, oltre ad essere ricercatore all’Università di Stanford, fonda il Lucidity Institute, specializzato proprio nelle sperimentazioni riguardanti il fenomeno dei sogni lucidi. Lo studioso e i suoi collaboratori mirano a fornire la prova non solo del fatto che i sogni lucidi si verificano prevalentemente nella fase REM del sogno, ma anche dell’effettiva lucidità dell’individuo durante questo tipo di sogni.
Buoni Sogni a tutti!